


La valle d'orcia nel cuore della toscana.
La A1, la mitica Autostrada del Sole, dovette inventarsi un’ansa innaturale per collegare Firenze ad Arezzo evitando Siena e la Val d’Orcia, per poi riprendere il suo naturale cammino in direzione di Roma. Abbandonata dagli uomini e da Dio, come si diceva fino a cinquant’anni fa.
La Val d’Orcia ha trovato le ragioni del suo successo proprio nel suo essere tagliata fuori dai grandi collegamenti stradali e dunque condannata al sottosviluppo nell’Italia industrializzata del miracolo economico. Un successo che, al di là degli odierni vantaggi economici prodotti dal turismo nazionale e internazionale, le ha garantito di preservare la bellezza dei suoi paesaggi, dei suoi centri storici cosiddetti minori, di una qualità della vita invidiabile.
Qui i ritmi delle stagioni guidano ancora le attività umane e proprio il paesaggio, plasmato dall’uomo a partire dalla grande bonifica degli anni Trenta, è il suo punto di forza. E poi il silenzio magico dei suoi borghi, San Quirico, Castiglione d’Orcia, Pienza, Montalcino e Radicofani. Le bellezze artistiche che essi racchiudono come scrigni preziosi, le rocche austere, le antiche chiese, il suo fiume, il sacro Monte Amiata che la domina, Bagno Vignoni e Bagni San Filippo con le loro acque termali incantate. I prodotti dell’agricoltura e dell’enogastronomia, hanno un appeal e una capacità di attrazione che pochi altri luoghi riescono a combinare insieme e ad esprimere.
Val d’orcia: patrimonio dell’umanità.
Nel 2006 la Val d’Orcia viene insignita del riconoscimento UNESCO come patrimonio mondiale dell’umanità. Un riconoscimento che incorona questa terra che reca in sé, nei suoi colori che cambiano ogni giorno, nelle pieghe delle sue colline, nell’armonia di una partitura scritta dal sudore di chi per secoli l’ha lavorata. Un ambìto riconoscimento di paesaggio culturale: un paesaggio dunque costruito dall’uomo per l’uomo, così seducente da sembrare naturale, piuttosto che strappato a forza dalla primitiva condizione lunare, tanto suggestiva quanto inabitabile, di calanchi e biancane cretose improduttive e assetate.
Ormai la Val d’Orcia è considerata un modello di equilibrio virtuoso fra uomo e natura, e richiama chi viene a visitarla al rispetto che si deve a quanti, ieri e oggi, si sono adoperati e si adoperano perché tutto questo sia davvero un patrimonio condiviso e trasmesso alle nuove generazioni.
